La Mattanza
Il complicato e rituale sistema di pesca del tonno segue, o meglio seguiva regole ben precise, tempi e modi rigorosamente stabiliti dal Rais, capo della tonnara ed un tempo anche capo assoluto del villaggio, una sorta di sciamano che stabilisce quando iniziare e quali tempi e modalità seguire. La pesca sistematica del tonno ha origini antiche e sembra addirittura che fosse praticata dai Fenici, ma si deve giungere fino agli Arabi per trovare il nucleo originario di quel "rito" che ancora oggi è alla base della pesca. Ed è un rito vero e proprio, completo di canti propiziatori e scaramantici (le scialome), i che termina con una cruenta lotta, quasi un corpo a corpo con questi enormi bestioni, lotta però dall'esito sempre certo (e non certo a favore del tonno). E' la tarda primavera ed i tonni giungono al largo della, costa occidentale della Sicilia ove trovano le condizioni ideali per riprodursi. Le imbarcazioni escono in mare per posizionare le reti che formano un lungo corridoio che il tonno percorre in senso obbligato. Le ultime sono divise da sbarramenti che, formano delle "anticamere" per evitare un assembramento di pesci troppo elevato che potrebbero sfondare la rete e riuscire a fuggire. Oltre, la Camera della Morte, una rete dalla maglia molto più fitta e spessa chiusa anche sul fondo. Quando il numero di tonni impigliati è giudicato sufficiente, il Rais ordina l'inizio della mattanza, luccisione dei pesci che, stremati dalla ricerca di una via di fuga e feriti dagli inevitabili scontri con i loro "compagni", vengono uncinati ed issati a bordo. Il termine deriva dallo spagnolo matar, uccidere, che si costruisce sul latino mactare, glorificare, immolare.